Aglio e zaffiri nel fango
bloccano l'asse della ruota che affonda.
Il filo che trilla sangue
canta sotto inguaribili cicatrici
e ricompone guerre dimenticate.
La danza attraverso l'arteria
la circolazione della linfa
sono raffigurate nel corso degli astri
ascendono all'albero verso l'estate
noi saliamo più in alto dell'albero
mobile in luce sulla foglia variegata
e udiamo, sotto di noi, sul piano acquitrinoso
il cinghiale e il veltro
seguire la legge di sempre
ma fra stelle riconciliati.
Nell' immobile punto dell' universo che ruota.
Nè la carne, nè la sua privazione;
non avvicinamento o fuga; nell' immobile punto, dove è la danza
ma non l' arresto, nè il movimento. E non chiamarla fissità,
dove e passato e futuro sono raccolti.
Nè avvicinamento nè fuga, nè ascesa nè declino.
Eccetto per il punto, il punto fermo
non ci sarebbe danza, e c'è solo danza.
Io posso dire soltanto, là siamo stati: ma non posso dire dove.
E non posso dire per quanto, perchè sarebbe situarlo nel tempo.
L'intima libertà in rapporto al desiderio pratico,
la liberazione dall' azione e dalla sofferenza, la liberazione dall' intima
ed esteriore contrizione, sebbene circondate
da una grazia del senso, da una bianca luce mobile e ferma,
Erhebung senza moto, concentrazione senza eliminazione,
un nuovo e insieme il vecchio mondo reso chiaro, compreso
nel compimento della sua estasi parziale,
nella risoluzione del suo orrore parziale.
E tuttavia la trama del passato e del futuro
tessuti nella debolezza del corpo che muta,
protegge l'umanità dal cielo e dalla dannazione
che la carne non può sopportare.
Passato e futuro
permettono solo una minima consapevolezza.
Essere consci non equivale ad essere nel tempo
ma solo nel tempo può essere ricordato
il momento nel giardino di rose,
il momento sotto la pergola dove batteva la pioggia,
il momento nella chiesa colma di vento nell'ora che il fumo ricade;
ravvolti nel passato e nel futuro.
Solo attraverso il tempo il tempo è conquistato.
bloccano l'asse della ruota che affonda.
Il filo che trilla sangue
canta sotto inguaribili cicatrici
e ricompone guerre dimenticate.
La danza attraverso l'arteria
la circolazione della linfa
sono raffigurate nel corso degli astri
ascendono all'albero verso l'estate
noi saliamo più in alto dell'albero
mobile in luce sulla foglia variegata
e udiamo, sotto di noi, sul piano acquitrinoso
il cinghiale e il veltro
seguire la legge di sempre
ma fra stelle riconciliati.
Nell' immobile punto dell' universo che ruota.
Nè la carne, nè la sua privazione;
non avvicinamento o fuga; nell' immobile punto, dove è la danza
ma non l' arresto, nè il movimento. E non chiamarla fissità,
dove e passato e futuro sono raccolti.
Nè avvicinamento nè fuga, nè ascesa nè declino.
Eccetto per il punto, il punto fermo
non ci sarebbe danza, e c'è solo danza.
Io posso dire soltanto, là siamo stati: ma non posso dire dove.
E non posso dire per quanto, perchè sarebbe situarlo nel tempo.
L'intima libertà in rapporto al desiderio pratico,
la liberazione dall' azione e dalla sofferenza, la liberazione dall' intima
ed esteriore contrizione, sebbene circondate
da una grazia del senso, da una bianca luce mobile e ferma,
Erhebung senza moto, concentrazione senza eliminazione,
un nuovo e insieme il vecchio mondo reso chiaro, compreso
nel compimento della sua estasi parziale,
nella risoluzione del suo orrore parziale.
E tuttavia la trama del passato e del futuro
tessuti nella debolezza del corpo che muta,
protegge l'umanità dal cielo e dalla dannazione
che la carne non può sopportare.
Passato e futuro
permettono solo una minima consapevolezza.
Essere consci non equivale ad essere nel tempo
ma solo nel tempo può essere ricordato
il momento nel giardino di rose,
il momento sotto la pergola dove batteva la pioggia,
il momento nella chiesa colma di vento nell'ora che il fumo ricade;
ravvolti nel passato e nel futuro.
Solo attraverso il tempo il tempo è conquistato.
T. S. Eliot Quattro Quartetti, Burnt Norton, II Tempo
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